VOCI PER LA MUSICA: GALÀ DELLA LIRICA- SCHIO

Ieri sera, 23 ottobre 2021, è andato in scena al Palasport Livio Romare di Schio (VI) il galà della lirica, un evento che attraverso l'arte e la bellezza celebrava tutti coloro che si sono spesi e che continuano a farlo in prima linea contro il Coronavirus nell' ULSS 7 Pedemontana a servizio di tutti i cittadini. La serata, programma originariamente per il 18 settembre nel parcheggio antistante l'ospedale di Santorso, è stata rimandata per maltempo e come location il comune di Schio ha messo a disposizione della musica il palasport Livio Romare. Prima dell'inizio del programma dedicato alla lirica e a Morricone, il Direttore Generale della ULSS 7, il dott. Carlo Bramezza, ha ringraziato di cuore tutti gli operatori sanitari, chiamando sul palco alcuni medici che hanno da breve tempo cessato la loro attività o che a breve lo faranno. Dopodiché, l'assessore della Regione Veneto Lanzarin ha tenuto un breve discorso, lasciando poi spazio alla musica. A dirigere l'Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana, il Coro Lirico Opera House e i solisti, il Maestro Diego Basso. La serata musicale è iniziata con l'Inno d'Italia e il celebre "Va' pensiero"
Ad inaugurare la carrellata di brani d'opera è il tenore veneto Alessandro Lora con "E lucevan le stelle" dalla Tosca di Puccini. Fin dal primo verso della celebre aria appare chiaro come la voce del giovane tenore non sia ancora pronta per Cavaradossi: manca la malinconia nella voce e allo stesso tempo quel timbro eroico che caratterizza il pittore romano. L'aria è curata solo in parte, il fraseggio è a momenti delicato e preciso, in altri leggermente trascurato. La vera potenza del tenore si risveglia negli acuti squillanti e vivi e in messe di voce spettacolari. Più avanti nel programma, lo vediamo interpretare Alfredo nel brindisi da "La Traviata" a fianco di Claudia Sasso. La voce qui gli risponde meglio, segno che il personaggio di Verdi gli si addice per ora di più di quello di Puccini. Per quanto riguarda l'ultimo sua esibizione della serata con "Nessun dorma", confermiamo ciò che è scritto sopra per quando riguarda l'aria dalla Tosca. Dopo il si naturale acuto, il pubblico è esploso in un'ovazione (e in una standing ovation dopo il bis) meritata certo, ma solo per quell'acuto: il resto dell'aria è sembrato poco curato e il fraseggio spezzato, a confermare quindi che per cantare Puccini serve maggior maturazione vocale e più carisma.

Dopo "E lucevan le stelle", entra in scena il soprano Claudia Sasso in una sentita esibizione di "Der hölle rache", interpretando la malvagia e temibile regina mozartiana. La voce è potente e ben proiettata, gli acuti sono nitidi ed espressivi, le agilità curate e a dir poco sorprendenti. Ottima l'interpretazione: il giovane soprano entra completamente nei panni del personaggio trasmettendone al pubblico ogni aspetto anche nei pochi minuti di canto. Con Lora canta poi Violetta nel celeberrimo brindisi, dimostrando il giusto piglio e la frivolezza che il personaggio richiede nel primo atto.

Dopo il preludio dalla "Carmen", il baritono Andrea Micheletti stupisce il pubblico con la sua grande voce in "Votre toast", sempre dall'opera di Bizet. La voce, come si diceva, è di ampio volume, ma sa piegarsi a piani di grande valore espressivo. Ogni frase è curata nei più piccolo dettagli, il fraseggio e i colori vari che il baritono impiega sono simbolo di innegabile e grandissima musicalità. Successivamente lo vediamo impegnato nel duetto "Tace il labbro" da "La vedova allegra" di Lehar con la Balbo, e anche lì il baritono colpisce dritto al cuore del pubblico in un'interpretazione viva e sentita.

Fa il suo ingresso dopo Micheletti il soprano Elisa Balbo con un'ispirata "Casta diva". La musica di Bellini le calza a pannello: la vediamo estasiata sul palco mentre mette anima e corpo al servizio della dolcezza e dell'espressività musicale. Il legato è invidiabile, i colori sono vari e ben calibrati, le dinamiche curate e sempre espressive. La vediamo poi come Anna nel duetto di Lehar, dove insieme al baritono incanta il pubblico, che dedica ai primi due special guest della serata un caloroso benvenuto.

Trionfa su tutti il grande e attesissimo ospite, il flautista che tutto il mondo ci invidia, collaboratore di Luciano Pavarotti per più di 200 concerti nell'arco di 14 anni: Andrea Griminelli. Prima lo vediamo impegnato nella "Czardas" di Monti, poi in "Gabriel's oboe" e infine in un medley con musiche di Morricone dai film "C'era una volta il west", "Il buono, il brutto, il cattivo" e "C'era una volta in America". Meraviglioso come sempre il suo suono, pastoso e ben calibrato in ogni sua emissione, ma ciò che colpisce di più è ancora una volta l'interpretazione: incredibile il modo in cui porge ogni singola frase, colorandola con la sua immensa musicalità, come se dalla musica egli ricevesse un ordine -quello delle note- e poi il suo istinto ne cambiasse il volto, restituendola in maniera diversa e conquistando perciò il pubblico per la sua varietà artistica e per la sua commossa interpretazione, specialmente nei momenti più lirici della musica del grande Maestro Morricone.

Deliziosa sorpresa il baritono Andrea Zaupa, che regala al pubblico un divertito Figaro in "Largo al factotum" prima e un malvagio Scarpia nel "Te deum" dopo. Incredibile la versatilità del giovane artista: dal Rossini di fine settecento passa con estrema facilità al verismo di Puccini, in entrambi, seppur in modo diverso (a partire dal carattere dell'opera), regalando forti emozioni. Il suo è un Figaro divertente ed esplosivo, supportato da una voce adatta al veloce sillabato rossiniano e dal notevole volume sempre ben gestito. Nel "Te deum" ui la voce si fa ancora più imponente e pastosa, scura, dal carattere malvagio, i registri sono tra loro omogenei, il legato è ottimo e i colori sono ben calibrati.

Giungiamo infine al direttore d'orchestra Diego Basso, abile nella musica pop così come nella lirica a instaurare un rapporto con il cantante, assecondandolo quando serve e supportandolo facendo vibrare la sua orchestra nel profondo. Vibrante è infatti l'aggettivo che sembra più adatto a descrivere il suo intermezzo dalla "Cavalleria rusticana", mentre il preludio di "Carmen" risulta frizzante e interpretato con giusto piglio. Buona anche la prova del Coro lirico Opera House, un po' disomogeneo nelle voci maschili, ma compatto e sempre musicale, deliziando il pubblico con un sentito "Va' pensiero", facendo tremare per potenza in "O fortuna", intervenendo correttamente nel brindisi da "La traviata" e in "Vieni o guerriero vindice" da "Aida" a concludere la scena del trionfo. Brutto il taglio che il direttore guida appena dopo la marcia trionfale, eseguendo poche battute del balletto e saltando al finale della scena del trionfo, taglio dovuto probabilmente per motivi di tempistiche.

Grande successo al termine e calorosi applausi per tutti gli artisti a coronare un evento, ricordiamolo, dedicato a coloro che si sono impegnati contro il Covid-19.
25 ottobre 2021, Giovanni Zambon
Data dello spettacolo: 23 ottobre 2021