INTERVISTA A RICCARDO ZANELLATO
Sabato 2 maggio abbiamo avuto l'onore e il piacere di fare quattro chiacchiere con uno dei più grandi artisti lirici: Riccardo Zanellato!
COME HAI SCOPERTO IL TUO TALENTO? Devo dire che quando era più giovane la lirica non mi piaceva per niente. La mia passione è cominciata tardi, quando cantavo in un coro degli alpini. Lì mi hanno fatto notare che avevo la voce per diventare un cantante lirico e poi ho cominciato a studiare da solista.
COME SI E' EVOLUTA LA TUA CARRIERA? All'inizio studiavo con il maestro Arrigo Bola, poi ho fatto i primi concorsi, tra i quali quello di Spoleto. Alcuni di questi li ho vinti, altri li ho persi e così si è avviata la mia carriera.
QUALI DIFFICOLTA' HAI INCONTRATO INIZIALMENTE? La difficoltà principale è stata tenere la voce il più soffice possibile, poi ci sono molte altre difficoltà legate all'emotività, quindi non bisogna lasciarsi sopraffare dalle emozioni che possono essere moltissime e diverse se si tratta di un debutto o di una prima importante. La calma va sempre mantenuta, anche se l'agitazione mi dà adrenalina e mi permette di dare il meglio di me stesso una volta salito sul palco.
QUAL E' IL SUO RAPPORTO CON LA MUSICA DI ROSSINI? L'unica opera buffa che ho affrontato di Rossini è il Barbiere Di Siviglia, un'opera che amo molto ed è per me quell'opera che potrei affrontare sempre e sarei in grado di eseguire in completa tranquillità. Le altre opere di Rossini che ho cantato e che mi piacciono molto fanno parte del repertorio serio, come "Mosè in Egitto" e "Moise et Pharaon".
COM'E' LA VOCALITA' DI ZACCARIA NEL NABUCCO? Deve dire innanzitutto che è un personaggio che amo molto per diversi motivi. Zaccaria per un basso è un ruolo molto complicato, anche perché nell'arco di pochissimo tempo chiede di passare da un estremo della vocalità all'altro. E' importante non strafare con Zaccaria, perché sennò dopo la prima aria "D'Egitto là sui lidi" e la corrispondente caballetta non si ha più voce per le altre, insomma, bisogna saper gestire molto bene il fiato.
COME VEDI IL FUTURO DELL'OPERA? Io sono un inguaribile ottimista: sono convinto che ritorneremo in teatro il prima possibile più forti di prima e determinati, rispettando ovviamente tutte le norme che ci verranno imposte. Spero che la consapevolezza che non siamo invincibili ci faccia apprezzare di più la bellezza che abbiamo nel nostro Paese e che ci faccia diventare più fieri del nostro passato musicale.
Grazie mille a Riccardo Zanellato per la grandissima opportunità che ci ha regalato!