INTERVISTA A RUTH INIESTA

24.04.2020

Venerdì 24 aprile abbiamo avuto l'onore di intervistare in diretta instagram Ruth Iniesta, soprano spagnolo tra i più importanti e conosciuti cantanti lirici del panorama internazionale che si distingue per i ruoli del Belcanto sia tragici che comici.


COME TI SENTI QUANDO SALI SUL PALCO?                                                                                                                                      Salire sul palco per me è un mix di emozioni, c'è per esempio l'angoscia, ma dopo la prima frase riesco a tranquillizzarmi. Se non riesco a stare calma significa che c'è qualcosa che non va.

 
COME E' INIZIATA LA TUA PASSIONE? COME HAI SCOPERTO IL TUO TALENTO?                                                                          Io canto da quando avevo tre anni, poi ho fatto il conservatorio e facevo i musical. Infine ho perfezionato la tecnica e ho imparato molto altro con vari insegnanti avvicinandomi all'opera lirica.


QUALI DIFFICOLTA' HAI INCONTRATO ALL'INIZIO DELLA TUA CARRIERA?                                                                                      Le difficoltà ci sono sempre e sono tante. Una delle principali è sicuramente riuscire ad entrare nel canone di bellezza per quanto riguarda quello che cantavo prima dell'opera, cioè il musical. Per l'opera, invece, la difficoltà più grande è il saper gestire lo stress, perché noi cantanti viaggiamo molto e cantiamo in produzioni diverse e lo stress è sempre con noi. Un'altra cosa che dobbiamo saper fare è dire la cosa giusta al momento giusto, cosa assolutamente non facile.


QUALI REQUISITI HAI DOVUTO AVERE E QUALI REQUISITI DOVREBBE AVERE UN CANTANTE?                                                  La cosa principale è essere sempre intonati, per questo è necessario conoscere la propria voce e saperla controllare sempre al meglio. Bisogna averne sempre cura per poter fare questo.

QUAL E' IL PERSONAGGIO CHE PIU' TI ASSOMIGLIA?                                                                                                                Senza dubbio Norina nel "Don Pasquale" di Donizetti. Il carattere di Norina è scherzoso, lei si diverte sempre, ma sa essere una persona romantica. Le sue caratteristiche mi rispecchiano moltissimo, io sono come lei nella vita reale.


QUALI SONO I COMPOSITORI CHE PIU' TI PIACCIONO COME CANTANTE? QUALI COME ASCOLTATRICE?                                Amo molto cantare Donizetti e Beliini, così come Verdi. Da ascoltatrice, oltre agli stessi, anche Strauss. Strauss ha composto delle musiche fantastiche che sono però spesso sottovalutate e poco eseguite in Italia, così come gli altri compositore operistici tedeschi come Wagner. 

QUALI SONO LE PRODUZIONI CHE PIU' TI SONO PIACIUTE?                                                                                                    Ricordo con molto piacere la Traviata al Teatro Massimo di Palermo. E' stata una bellissima produzione sotto tutti i punti di vista, dalla scenografia ai costumi. Un'altra bellissima produzione è stato il Rigoletto sempre al Teatro Massimo.

COSA NE PENSI DELLA TRASPOSIZIONE SCENOGRAFICA DI OPERE IN UN PERIODO DIVERSO DA QUELLO SCRITTO NEL LIBRETTO?                                                                                                                                                                                            Penso che se fatto bene, con intelligenza, un simile allestimento possa funzionare. E' importante che il regista giustifichi la sua scelta temporale in modo esaustivo. Diventa impossibile per noi cantanti entrare al meglio nella parte quando un'azione che si fa non ha a che fare con le parole che si stanno cantando e viceversa.


UN ALLESTIMENTO IN CUI HAI CANTATO E' STATO QUELLO DI CARMEN ALL'ARENA DI VERONA, FIRMATO DA HUGO DE ANA E AMBIENTATO NEGLI ANNI DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA ANZICHE' NEL SECOLO PRECEDENTE. COSA NE PENSI DI QUELL'ALLESTIMENTO SOTTO QUESTO PUNTO DI VISTA? COM'E' LA TUA ESPERIENZA IN ARENA?
Quell'allestimento era molto coerente con il libretto, funzionava sotto tutti i punti di vista e tutto aveva un suo perché dal punto di vista di Micaela e Frasquita, i due ruoli che in quella produzione ho cantato. Le scene erano fantastiche, così come i costumi.L'Arena è un luogo magico, lì è tutto diverso, si è in balia delle tempo meteorologico e quando si apre bocca la preoccupazione è il farsi sentire da tutti gli 11 mila spettatori. A proposito del meteo, ricordo una serata che è iniziata in ritardo a causa di uno sciopero, poi si è abbattuto su Verona un acquazzone. Abbiamo iniziato a cantare alle 23 e io interpretavo Frasquita. Alla fine del secondo atto, mentre ero in camerino, è arrivata la sarta che mi ha detto che dovevo interpretare Micaela perché la collega non ce la faceva più, a causa del vento e dell'orario molto tardo. Questa è la dimostrazione che in Arena bisogna essere sempre pronti a qualsiasi avvenimento e bisogna essere sempre sicuri di sé stessi e delle proprie capacità!

UN'ALTRA REGIA MOLTO PARTICOLARE IN CUI HAI CANTATO E' STATA QUELLA DEL DON PASQUALE AL FILARMONICO DI VERONA. COME HAI TROVATO QUELL'ALLESTIMENTO?                                                                                                                    Una regia molto divertente! Tutto era molto coerente e soprattutto molto divertente, in particolar modo nel secondo atto. Alle prove ridevamo tantissimo, è stata una bellissima esperienza, segnata anche da qualche difficoltà, per me, per esempio, il camminare con i tacchi alti in quella vigna un po' irregolare nella parte dietro del palco.

COME STUDI UN NUOVO PERSONAGGIO? COME CONTINUI A STUDIARE IN QUESTO PERIODO?                                          Lo studio di un nuovo personaggio, per me, comincia dalla lettura e dallo studio del libretto, poi passo allo spartito. In questo periodo cerco di cantare spesso facendo vocalizzi. Non riesco a farlo sempre: ci sono dei giorni in cui la voce non riesce, anche perché la situazione che stiamo vivendo influenza il nostro strumento.


COME VEDI IL FUTURO DELL'OPERA?                                                                                                                                                Cerco di vederlo nel modo più positivo possibile, perché in Italia ci sono molto più giovani che seguono l'opera rispetto alla Spagna e perché nel vostro Paese l'opera è molto più viva rispetto al mio Paese. Il futuro dell'opera lirica è costituito dai giovani appassionati come voi! 


Grazie mille a Ruth Iniesta per la grande possibilità di imparare che ci ha offerto molto gentilmente! 

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